324 utenti


Libri.itLILLI E MOSTROPUPAZZOLO 2MARINAN. 225 MACÍAS PEREDO (2014-2024) MONOGRAFIACIOPILOPI MARZO 2024 – SULLA MORTE E SULLA VITATILÙ BLU NON VUOLE PIÙ IL CIUCCIO
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

7 Luglio 2005 13:14

Lettera Aperta ai Deputati del Centrosinistra

1344 visualizzazioni - 2 commenti

di Roberto di Nunzio

COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN" LETTERA APERTA AI DEPUTATI DEL CENTROSINISTRA, ALL?OPINIONE PUBBLICA, AI MOVIMENTTI E LE ASSOCIAZIONI. [PER FAVORE DIFFONDETE IL TESTO DI QUESTA LETTERA APERTA] Roma, 06 Luglio 2005. E' ormai evidente che la Commissione parlamentare sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin ha terminato, e nel modo peggiore, delegittimata com'è al suo interno tra le dimissioni dei deputati del centro-sinistra e un vertice composto dal presidente, il capo della segreteria e un ristretto numero di consulenti che hanno perduto il senso stesso della missione istitutiva della Commissione parlamentare, contribuendo a chiudere lungo un binario morto il percorso istituzionale che l'organo parlamentare era stato chiamato a percorrere e che aveva suscitato molte speranze in coloro che in questi 11 anni si erano battuti con impegno e generosità per arrivare a far luce sul dupluice omicidio dei due giornalisti del Tg3 fulminati a colpi di mitra nel centro di Mogadiscio il 20 marzo 1994. Gli armadi blindati dell'archivio della Commissione Alpi sono pieni di documenti segreti e quindi inediti, di eccezionale valore conoscitivo e interesse giudiziario, pervenuti dalle procure della Repubblica di mezza Italia e dalle locali autorità di polizia giudiziaria che non sono mai stati consultati nè analizzati preferendo concentrare il lavoro della Commissione su marginalità investigative del tutto estranee all'accertamento della verità. Va ricordato in modo particolare l'atteggiamento posto in essere dal presidente della Commissione nei confronti dei giornalisti presenti a Mogadiscio quel 20 marzo del 1994, ai colleghi del Tg 3 e degli altri media nazionali convocati per le audizioni nell'aula della Commissione: le dichiarazioni dei giornalisti rilasciate in sede di audizione sono state inviate alla procura della Repubblica di Roma evidenziando, secondo il metro di giudizio del presidente, la possibilità di reati di rilevanza penale che i giornalisti avrebbero commesso. Interi filoni d'indagine sono stati trascurati o, peggio, neppure preliminarmente esplorati. I vertici della Commissione sono rimasti completamente impermeabile non a "suggestioni investigative" ma a quei pur minimi riscontri incrociati della documentazione in archivio che avrebbero con sicurezza portato a fare enormi passi avanti nella ricerca della verità. Un'occasione - forse, se non si fa in fretta - irrimediabilmente perduta. Arrivare oggi a ridurre la tragica vicenda di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin, come ha fatto il presidente Taormina nell'intervista a Gianni Ballarini di Nigrizia a "un tentativo di rapimento finito male" entra in collisione con tutte le ricostruzioni fin qui compiute, oltre che con la logica stessa di chi volle e ordinò il duplice omicidio. Pur se tardivamente, con colpevole ritardo, bene hanno fatto i deputati del centrosinistra ad autosospendersi dai lavori della Commissione. Ma non basta. E' necessario fare il possibile per riportare al centro dei lavori, in questi ultimi mesi di impegno che attendono la Commissione (la scadenza è stata infatti recentemente prorogata all'aprile-maggio 2006), l'eccezionale documentazione raccolta e custodita negli archivi e che contiene la verità su quanto accaduto a Ilaria e Miran. Documentazione "segreta" che rischia di rimanere "segreta" per sempre sepolta negli archivi di Palazzo San Macuto. Serve ora, subito, senza un attimo di ritardo un eccezionale mobilitazione dell'opinione pubblica e di quei settori della sinistra che fino a oggi non si sono "compromessi" con la Commissione e di tutti quei deputati che siedono nelle file del centrosinistra che ancora credono che valga la pena di impegnarsi in prima persona, in ogni modo e in ogni sede per arginare la deriva nella quale è destinata scivolare inesorabilmente la Commissione parlamentare Alpi-Hrovatin. Delle due l'una: o le dimissioni immediate - senza se e senza ma - dei vertici della Commissione e l'affidamento immediato dell'incarico di presidente a una personalità autorevole del Parlamento, o la creazione di "comitato istituzionale di controllo e garanzia" composto da deputati, giuristi e giornalisti che si impegni in un lavoro di "controllo e garanzia" sui lavori della Commissione, su quanto è stato fatto fino ad oggi e su quanto sarà possibile fare nei prossimi (pochissimi..) mesi prima della chiusura dei lavori. In ambedua i casi che si riportino nei binari della trasparenza e della massima pubblicità consentita i lavori della Commissione, come è dovere democratico di un organo parlamentare. L'alternativa è la fine di ogni speranza di poter arrivare a conoscere la verità sul duplice omicidio di Mogadiscio. Aprire quegli armadi dell'archivio, analizzare la documentazione, riscontrare i fatti e incrociarli, questa la sola strada per iniziare una corsa contro il tempo per arrivare alla verità. Per non leggere nero su bianco su una relazione conclusiva depositata in Parlamento che la morte di Ilaria e Miran si riduce a una vicenda di criminalità comune che ha avuto origine in qualche banda somala per "un tentativo di rapimento concluso male." E dove gli unici imputati rimarranno i giornalisti? Ricordiamo le parole di Giorgio e Luciana Alpi: "Adesso basta, siamo stanchi, vogliamo la verità. Per quanto ci riguarda la Commissione può fare ciò che vuole, noi non ne vogliamo più sapere nulla". (ANSA - 30 Giugno 2005). Roberto di Nunzio r.dinunzio@reporterassociati.org PER ADERIRE: redazione@reporterassociati.org [Oggetto: ?Adesione Lettera Aperta Commisione ALPI?]

COMMENTI

27 Luglio 2005 13:08

Cosa ha fatto Monique prodi quando Michele Santoro fu cacciato dalla Rai? hano il controllo di tutti i sindacati e di partiti di massa in grado di mobilitare milioni di lavoratori, studenti, immigrati, ma non hanno fatto niente per impedire lo scempio dell'informazione.Prima non hanno risolto il conflitto di interessi e poi come se ninete fosse hanno sostanzialmente avallato la cancellazione del pluralismo non mobilitando come avrebbero dovuto e come dovrebbero fare i lavoratori. Lo stesso discorso vale per l'invasione militare di Nassirya. l'unione è un freno alla liberazione di una vera forza di sinistra per fare uscire l'Italia dall'Iraq, dalla Yugoslavia e dalla Nato, statalizzare tutto e costruire una vera democrazia dei lavoratori con salari uguali e identici diritti.

Alberto

9 Luglio 2005 00:58

Se il governo, tacitamente, invoca la ragione di stato per blindare le indagini è che trema per le sue cariche istituzionali di cui i suoi rappresentanti usufruiscono prestigio e lucro. La verità rende un popolo forte perchè gli fornisce una arma. Tuttavia il governo sembra dimenticare che è stato eletto dal popolo per rappresentare i suoi interessi e non gli interessi personali di qualche politico. Inoltre considerando che la verità non fa parte degli interessi supremi del popolo rivela la sua concezione dittatoriale del potere. Negare o deviare la verità in tutte le indagini relative alla morte di persone scomode - in prima fila i giornalisti, ma anche chi nella morte li ha sostituiti, penso a Callipari - ridurre l'informazione televisiva a delle banalità, a qualche apparizione spavalda di politici paranoico ed alle notizie del calcio, ecco le manifestazioni palesi dell'istaurazione di un regime, regime che progredisce ogni giorno ma che la gente stenta a riconoscere sotto la maschera dei grandi demagogi dell'era berlusconiana. Possa la gente aprire gli occhi e esigere di sapere, di conoscere, di essere informati.Chissà forse questa presa di coscienza generale, questa solidarietà, porterà qualche consolazione a chi vive nella lacerazione interiore generata dal dubbio e dalla mensogna: due veleni micidiali istillati con sapiente astuzia perchè la verità non emerga mai. Monique Le Bel (Lucca) Monique

Monique le Bel

COMMENTA